Liscio - ASD JDS

Chiamaci! +39 335 6745546
Vai ai contenuti





Il corso di BALLO DA SALA si sviluppa tra i balli LISCIO TRADIZIONALE PIEMONTESE, mazurka, valzer 5 passi e polka 5 passi,  prosegue tra i ritmi latino/americani con il Cha Cha Cha, e il Boogie  Woogie, continua con i ritmi più romantici del Tango e del valzer Lento  per poi addentrarsi nel Fox Trot, nella Cumbia e nella Beguine.


Il Ballo Liscio: il liscio è un ballo  di coppia nato in Romagna tra la fine del diciannovesimo secolo e i  primi decenni del ventesimo che col passare degli anni si è diffuso in  tutta Italia con prevalenza per l’Italia del Nord. Deve il suo nome alle  movenze dei ballerini che usano scivolare, strusciare i piedi, quindi  andare via liscio. Fondatore del genere è considerato Carlo Brighi, più  noto come Zaclén, tant’è che, ancora oggi, l’espressione Taca, Zaclèn!  (Attacca, Zaclèn!) costituisce l’invito ai musicisti perché inizino a  suonare. Gli elementi principali che hanno contribuito a caratterizzare  il nuovo ballo furono: l’esecuzione veloce delle mazurche e delle polche  (appunto dovuta a Carlo Brighi); l’utilizzo di strumenti come il  clarinetto (dalla fine dell’Ottocento) e la batteria (dal 1928, data di  debutto dell’orchestra di Secondo Casadei, che per la prima volta la  inserisce nell’organico, insieme al sax mi bemolle). Il Liscio  Piemontese o Liscio Tradizionale Piemontese, è più lento di quello  romagnolo ed eseguito principalmente da fisarmonica, clarinetto in do,  sassofono e voce. Alcune formazioni di liscio piemontese sostituiscono  al basso elettrico il basso tuba e non utilizzano la chitarra; tale  scelta è probabilmente diretto retaggio delle formazioni bandistiche  precedenti.

I luoghi del Liscio: la balera è grande salone  adibito a pista da ballo con servizio bar. La prima balera fu aperta da  Carlo Brighi nel 1910 a Bellaria: il Capannone Brighi (poi “Salone  Brighi”). In Piemonte troviamo una curiosa variante della balera: il  ballo a palchetto (italianizzazione dal piemontese bal a palchett)  ovvero una pista circolare chiusa con al centro un palo a cui veniva  fissata una corda. Tale corda veniva tesa alla fine di 3 balli e un  addetto compiva un giro totale della pista così da far uscire ogni  ballerino da essa. Per poter accedere nuovamente alla pista si doveva  pagare. In questo modo venivano pagati solo 3 balli e non l’intera  serata. Questa tradizione persiste ancora in alcune zone del Piemonte  dove in alcune sagre si paga “l’accesso alla pista da ballo”.

Il Cha Cha Cha, negli anni '50 Cuba viveva la  dittatura di Fulgencio Batista, L'Habana, era diventata nel frattempo un  grande casinò a cielo aperto: la Las Vegas del Caribe. L 'esigenza di  incrementare il gioco d'azzardo e di divertire le folle di turisti  danarosi che affollavano i casinò, favorì indirettamente il bisogno di  musica, di nuovi locali e la creazione di nuove espressioni musicali.
Le charangas, tipiche formazioni cubane caratterizzate dalla  presenza dei violini e del flauto, raggiunsero in quegli anni il loro  apogeo. E questo grazie all'euforia provocata dal un nuovo ritmo: il cha  cha cha, creato nel '51 da Enrique Jorrín, violinista e direttore  dell'orchestra America.
Alla diffusione di questo nuovo ritmo collaborarono tutte le  orchestre cubane più famose, in particolare l'Aragón de Cienfuegos e  quella di José Fajardo y sus Estrellas. L’interesse verso questo nuovo  ritmo provocò una vera e propria rivoluzione musicale e diede alla luce  brani indimenticabili.
Il cha cha cha ebbe una grandissima popolarità fra i ballerini  dell’epoca. Un enorme successo l’ottenne anche negli Stati Uniti, grazie  alle innumerevoli incisioni dei portoricani Tito Rodriguez e Tito Puente, che seppero fare del chachacha uno dei balli favoriti della loro  generazione. Si trattava di un ballo piuttosto semplice che si eseguiva  prevalentemente in linea, con figure composte da semplici giri a destra  o a sinistra. Il suo ritmo allegro e contagioso alimentò però la  creatività dei ballerini che cominciarono ad inserire figure sempre più  fantasiose che spinsero i più virtuosi a riunirsi in circolo per  eseguire la cosiddetta “rueda de chachacha” dalla quale deriva quella  che in futuro fu chiamata “rueda de casino”.
Anche in Italia questo ritmo cubano seppe conquistare l’onore delle  cronache e attorno ad esso si scatenò la stessa febbre che in passato  aveva saputo suscitare il mambo. Brani come il “Chachacha della  segretaria”, favorirono anche il nascere di un chachacha nostrano che ci  regalò numerosi successi discografici durante i favolosi anni ‘60.
Il chachacha è ancora oggi un ballo popolarissimo, entrato  stabilmente, anche se con uno spirito molto diverso, tra le danze  latino-americane che sono ricordiamolo: rumba, samba, paso doble, jive e  appunto chachacha. Curioso come nel mondo degli standard, venga  chiamato solo chacha e ancora più strano che molti siano convinti che  questo sia il suo nome originale.
Come abbiamo visto chachacha, stava a sottolineare la sincope che  esegue la conga fra il quarto e il primo tempo formata da tre scansioni:  appunto cha cha cha. Allora perché chiamarlo chacha? Probabilmente  perché i maestri inglesi volevano enfatizzare il fatto che fosse un  ballo differente rispetto all’originale cubano.
Sicuramente tra tutti i ritmi cubani il chachacha è l’unico a non  essere mai passato di moda e anche durante l’apogeo della salsa ha  continuato ad avere i suoi cultori e ha rappresentato per molti artisti  una valida alternativa musicale. Persino artisti pop hanno preso  ispirazione da questo ritmo che è diventato familiare in tutto il mondo.

Il Boogie Woogie è uno stile musicale derivato dal  blues per pianoforte, diventato molto popolare a partire dagli anni  trenta e anni quaranta, ma che vede le proprie origini in tempi molto  precedenti, e che fu successivamente esteso dal piano a formazioni di  tre pianoforti, alla chitarra, alle big band, alle formazioni di musica  country e western ed a volte a formazioni gospel. Nel 1938, Albert  Ammons, Pete Johnson e Meade Lux Lewis, tre pianisti neri, vennero  scoperti da un bianco: John Hammond. Per la prima volta nella storia  della musica, questo stile è presentato ad un pubblico bianco nella  famosa Carnegie Hall di New York e da quel giorno è iniziato un vero e  proprio boom frenetico. Boom che ha inserito questo nuovo stile musicale  ai primi posti di tutte le vendite discografiche e che ha sancito il  sorpasso del boogie sulla musica jazz. Questo stile di musica, infatti,  non fu soltanto patrimonio dei neri, ma influenzò anche molti musicisti  bianchi, primo fra tutti Glenn Miller. Il genere boogie-woogie ha finito  così per essere suonato e ballato in tutti gli USA grazie a lui proprio  mentre gli Stati Uniti si preparavano ad entrare nel secondo conflitto  mondiale. Furono proprio i soldati americani a portare il boogie woogie  in Europa, incarnando la rivoluzione culturale e sociale dell’Europa del  dopoguerra.

Il Tango è un genere musicale e conseguentemente un  ballo. È per lo più in tempo binario, originario della regione del Río  de la Plata. Nato in Argentina come espressione popolare e artistica,  comprende musica, danza, testo e canzone.
Gli Inizi: La storia del Tango inizia a Buenos Aires ai primi del  900, quella che nasce è una musica triste, malinconica, nata dagli  immigranti costretti a lasciare le proprie case, nasce dall’incontro  della cultura popolare europea con quella locale, caratterizzata da una  etnia di origine africana con in suoi ritmi musicali, inizia così la  Storia del Tango. Tra la fine dell’800 e i primi anni 20 del ‘900 sono  circa in 2 milioni i soli italiani che migrarono verso l’Argentina, dove  trovarono una cultura già affermata nella quale si integrarono, ma  dalla quale furono anche relegati assieme agli altri emigranti, agli  schiavi neri liberati e i gauchos delle Pampas trasferiti in città anche  loro in cerca di fortuna. Ognuno portava con sé le proprie poche cose,  tra cui le proprie tradizioni, i propri canti e i propri balli,  mischiati alla disperazione e alla malinconia. Insieme si trovarno nei  conventillos (grandi case con cortili) che si trovavano negli Orilla,i  quartieri creati per gli immigrati, ed è qui che si mischiarono le loro  storie, i loro ritmi e le loro lingue. All’inizio si ballava dentro le  case, nei conventillos, nei peringundìn e nei bordelli, dove le donne  venivano pagate per ballare con gli uomini. Presto il Tango venne  scoperto dalla borghesia e da qui il salto ai salotti europei fu breve.  In Europa il lato sensuale ed energico del tango fu subito apprezzato ma  anche criticato fortemente, come avvenne prima con il Valzer, tanto da  essere bollato come osceno e immorale. La storia del Tango narra che  Papa Pio X chiamò una coppia di ballerini di tango per avere un’idea  precisa del nuovo ballo e per valutarne gli aspetti scandalosi, dopo  l’esibizione del maestro Enrico Pichetti il sommo Pontefice avrebbe  detto: «Mi me pàr che sia più bèo el bàeo a ‘ea furlana; ma nò vedo che  gran pecài ghe sia in stò novo bàeo!» (A me sembra che sia più bello il  ballo alla friulana; ma non vedo che gran peccato vi sia in questo nuovo  ballo!)
In realtà nel gennaio del 1914 il Cardinale Vicario di Roma  prendeva ufficialmente posizione contro il Tango. Il ballo entrò  comunque nei salotti buoni europei e da qui tornò in Argentina dove fu  adottato dalla borghesia e nacquero i primi locali dedicati  esclusivamente a questo ballo.

Valzer Lento: Per conoscere il Valzer Lento occorre  andare alle origini del Valzer che gli studiosi francesi sostengono  derivi dalla Volta, ballo che introduce la posizione di coppia chiusa,  cavaliere e dama, uno di fronte all'altra. Il Valzer diffuso  inizialmente in Austria e nel sud della Germania, conquistò ben presto  gran parte dell'Europa: dalla Francia (dove fu introdotto da Maria  Antonietta) alla Russia, dall'Italia all'Inghilterra, diventando una  danza internazionale. Il successo fu dovuto non solo al carattere  fluente e orecchiabile della musica ma anche al fatto che per la prima  volta la coppia di ballerini danzava, oltre che di fronte, anche  abbracciata. In Inghilterra si sviluppò il Valzer Inglese o Valzer Lento  che derivava dal Boston e dall'Hesitation.
Verso il 1890 il Boston fu portato in Europa. In verità, qui non  ebbe immediatamente un grandissimo successo, anche perché si era  radicata la tendenza (l'abitudine) a ballare il Valzer veloce (Viennese o  tradizionale), qualcuno intuì nel Boston un qualcosa di particolarmente  stimolante sotto il profilo coreografico e lo esasperò, fino ad  arrivare a passi figurati ed esitati.
Attraverso l'introduzione di pause e rallentamenti, con l'obiettivo  di imprimere un tocco artistico alla danza, nacque il BOSTON FIGURATO  anche detto HESITATION. In Inghilterra il Valzer Viennese fu portato già  nel secondo decennio del XIX secolo dai nobili che viaggiavano per  l'Europa; ma per via della cultura puritana, non lo si poteva riproporre  nella sua forma originale, in quanto il ballo di coppia chiusa era  considerato disdicevole. Per questo motivo i maestri di ballo si  ingegnarono in tutti i modi per renderlo compatibile con i costumi della  loro società. Il ritmo fu rallentato parecchio, in modo tale che le  figure di coppia chiusa e l'esecuzione dei volteggi non avessero  tecnicamente bisogno di uno stretto e permanente contatto dei danzatori.  Dal 1830 a Londra si ballava un valzer in due tempi che, nonostante la  musica di 3/4, si articolava in due passi:
un passo strisciato sul primo battito + una esitazione sul secondo battito, uno chassè sul terzo battito.
In tale contesto, l'Hesitation ricevette un'ottima accoglienza. La  sua tecnica e le sue figure fondamentali furono interamente recepite  nell' ENGLISH WALTZ. Da questa confluenza nacque il prestigioso Valzer  Inglese che oggi conosciamo e che nel corso degli anni allargò  moltissimo il respiro e gli orizzonti. Si operò una perfetta sintesi fra  l'ispirazione poetica di fondo del Valzer e la delicatezza spirituale  dell'Hesitation. I seguaci di questo nuovo ballo furono moltissimi.  Anche grazie a ciò, lo stile inglese trovò ulteriori conferme nel  continente europeo ed ebbe facile gioco nella competizione con le  impostazioni della danza di scuola francese.
Il Valzer Inglese rientra sia nella disciplina STANDARD sia nella  disciplina BALLO DA SALA dove si usa definirlo anche VALZER LENTO,  quindi Il Valzer Lento è la italianizzazione del Valzer Inglese.

Il Fox Trot: è una danza classificabile come moderna  ed appartiene al genere della musica sincopata. Per capire in quale  ambiente musicale è nato il fox trot si deve fare un piccolo passo  indietro e partire dal RAGTIME (rag = fatto a pezzi - time = tempo), il  ragtime è una musica negra basata sull'uso sistematico della sincope  all'interno di uno schema di base abbastanza rigido. Si tratta di una  musica popolare e al tempo stesso dotta. Lo dimostra il fatto che il suo  strumento è il pianoforte. Assieme al blues e al jazz rappresenta il  più importante fenomeno musicale del Nord America. I primi pianisti  negri che suonarono tale ritmo risalgono al 1870. Essi si esibivano in  alcuni locali del Middle West e creavano degli originali arrangiamenti  sulle più famose musiche europee del momento (mazurke, polke e  operette). Il ragtime è importante non tanto per se stesso, ma in quanto  preparò l'avvento del Jazz. Nella fase intermedia della sua confluenza  nel jazz generò il fox trot che intraprese una sua strada fino a  raggiungere il massimo successo attorno al 1915 quando la musica del fox  trot fu messa a punto con la sua specifica caratterizzazione, vi si  costruirono sopra delle figure di danza consistenti in camminate veloci,  giri a destra e sinistra, salti e chassè. Secondo alcuni studiosi il  nome Fox Trot (passo di volpe) dimostra che tale ballo appartiene al  gruppo di danze derivate direttamente dal ragtime e che sfruttano nomi  di animali per proporne la imitazione dei passi su ritmi sincopati. Che  il Fox Trot derivi dal ragtime è fuori dubbio; ma secondo altri  ricercatori, il suo nome è legato all'attore californiano Harry Fox che  lo inventò nel 1913. Il primo nome dato al ballo era trotting step: la  base musicale era, naturalmente, il ragtime. Nella più grande sala da  ballo di New York (Jardin de Danse) Harry Fox e sua moglie si esibivano  personalmente in questa nuova danza. In breve tempo riuscirono a  coinvolgere tutta la crema del ballo americano. In omaggio ai suoi  meriti ed alla sua bravura, il trotting step diventò Fox Trot e nel 1914  fu inserito nella lista delle danze standard dalla Società Americana  dei Professori di Danza. Il passo base era: slow, slow, quick, quick.
Nel 1915 il Fox Trot fu portato a Londra dal grande ballerino Oscar  Duryea. La Società Imperiale dei Maestri di Ballo approvò l'adozione di  tale danza apportandovi significative trasformazioni: furono aboliti  salti, chassè e bruschi movimenti; furono introdotte figure delicate  prese in prestito dal valzer lento. Praticamente si costruì un ballo  tutto inglese, completamente diverso da quello americano. Dopo la prima  guerra mondiale il Fox Trot inglese generò le due varianti che ci sono  state tramandate con i nomi che oggi conosciamo (slow foxtrot e  quickstep), la versione lenta, suonata attorno alle 28-30 battute al  minuto, che mantenne il nome originario di (slow) foxtrot; la versione  veloce, suonata attorno alle 46-48 (oggi fino a 50-51) battute al  minuto, che prese il nome di quickstep. Oggi il Fox trot fa parte della  disciplina BALLO DA SALA, presente solo in Italia. Slow foxtrot e  quickstep fanno parte delle DANZE STANDARD e si ballano in tutto il  mondo.

La Cumbia: sgorga direttamente dalla Colombia e si  inoltra in tutto il Sudamerica colorando le calde città che ribollono di  gonne coloratissime, di culi che si agitano e di corpi che vibrano. Per  atmosfere decisamente frizzanti. La cumbia investe, poi, tutto il  centro e Sudamerica prendendo mille sfumature come le persone che lo  ballano. La Cumbia è originaria del XVIII secolo ed è il risultato di un  lungo processo di fusione di tre elementi etno-culturali: indigeni,  bianchi e africani. È un mix di ritmi latini e folk ed è proprio sui  ritmi folk che oggi soprattutto in Italia la Cumbia è diventata un ballo  di spicco e una musica piacevole suonata da tutte le orchestre nelle  sale e nelle feste di paese.

La Beguine: per capire la Beguine facciamo un salto  indietro e negli USA nei cinque balli Rythm di Stile Americano (USA)  troviamo il Bolero e la Rumba: il Bolero è ballato sui ritmi lenti  tipici della Rumba che noi conosciamo come appartenente alla disciplina  DANZE LATINO AMERICANE (27/29 battute al minuto) La Rumba è ballata su  ritmi più veloci e viene definita RUMBA-BEGUINE. Possiamo ritenere che  gli Americani abbiano voluto mantenere in piedi una distinzione  sostanziale tra rumba lenta e rumba veloce, usando il termine bolero per  definire la versione lenta e denominando rumba-beguine la versione più  veloce. L'impostazione americana, al di là dei nomi, è molto corretta,  sia storicamente che musicalmente, in quanto prende atto del fatto che  si tratta di due ritmi diversi fra di loro. Non dobbiamo dimenticare che  la beguine è la rivisitazione in chiave moderata, operata in Martinica,  della rumba cubana; nata come ritmo abbastanza veloce. Non a caso dopo  il 1930 rumba e beguine fecero la loro contemporanea apparizione nelle  sale da ballo, in concorrenza fra di loro, presentandosi con le seguenti  caratteristiche: vivace la prima, moderata la seconda. Per molto tempo  si è poi usata l'espressione Rumba cubana per definire una rumba suonata  oltre le 30 battute al minuto, fino a 40; e si è adoperato il termine  beguine per indicare un preciso tempo moderato della musica da ballo. La  rumba nacque come danza di corteggiamento: il ritmo era talmente veloce  che il ballo consisteva in una successione rapida di movimenti del  corpo e soprattutto dei fianchi. L'azione dei piedi era minima:  prevalevano i gesti e le espressioni del volto. Fu proprio la Beguine,  con l'attenuazione del ritmo, ad introdurre numerose figure sul posto e  camminate. Di tali figure di impossessò successivamente la rumba che,  per entrare nelle sale, dovette europeizzarsi. Indipendentemente dai  nomi, esistono due ritmi del filone rumba-beguine: il più veloce ed il  più lento. In pratica abbiamo due danze che differiscono fra di loro. Di  conseguenza sono necessarie due tecniche di ballo. Nel nostro paese la  Beguine continua ad essere presente nelle sale da ballo. Essa è  praticata molto più di quanto si possa immaginare ed è ballata sia  consapevolmente che inconsapevolmente. Sulle copertine dei CD  professionali è generalmente classificata come danza sociale per il  semplice fatto che non si riesce a trovarle una diversa collocazione. Ed  infatti non sarebbe corretto inserirla fra i balli ufficiali delle  discipline codificate. Ma resta il fatto che essa è un ballo di coppia a  tutti gli effetti. In Italia vengono continuamente proposti (e  riproposti) brani di beguine da parte di arrangiatori, musicisti,  orchestre e produttori di CD. Ciò dimostra che questo ballo gode di  forte simpatia da parte del pubblico e che i musicisti sanno ben  cogliere ed interpretare i gusti del popolo delle balere. Fra i motivi  per i quali la Beguine continua ad avere una sua vita ed un suo spazio,  ritengo che uno dei principali sia dovuto alla semplicità di esecuzione.
L’IMPORTANTE È PARTECIPARE.
Torna ai contenuti